Ritorna l'obbligo di stabilimento in etichetta
Il 17 marzo 2017 il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che prevede l’obbligo di indicare sulle etichette dei prodotti alimentari la sede dello stabilimento. Il provvedimento è l’adeguato compimento della legge di delegazione europea 2015-legge 12 agosto 2016, n. 170 finalizzato ad adeguare l’ordinamento nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011 in merito all’adeguata informativa sugli alimenti ai consumatori.
L'obbligo era già sancito dall’ordinamento nazionale, abrogato successivamente il riordino della normativa Ue sull'etichettatura. Il Mipaaf (Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) sottolinea come la reintroduzione dell’obbligo sia finalizzata a garantire, oltre che una corretta informazione al consumatore, "la rintracciabilità immediata degli alimenti da parte degli organi di controllo".
Il provvedimento in questione, concede alle aziende un periodo di 180 giorni, per lo smaltimento delle etichette stampate precedentemente il decreto, e prevede lo smaltimento fino a esaurimento dei prodotti etichettati già immessi sul mercato.
La normativa prevede inoltre delle eccezioni. Si è esenti dall'obbligo di informativa quando la citazione della località, o della frazione, sia sufficiente a identificare l’impianto, quando la sede dello stabilimento sia compresa nel marchio, ovvero quando essa coincida con quella dell’operatore responsabile, oppure quando la confezione riporta un marchio di identificazione o un bollo sanitario.
Ad eccezione delle tre fattispecie riportate, la mancata indicazione della sede di stabilimento prevedrà una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 euro a 18.000 euro a seconda delle fattispecie contestate, con competenza esclusiva in carico all’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari).
Il commento di Maurizio Martina (Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali): “Questo provvedimento inserisce nel lavoro che stiamo portando avanti per dare massima informazione ai cittadini sugli alimenti che consumano. Per questo abbiamo voluto inserire di nuovo l'obbligo di riportare in etichetta lo stabilimento di produzione dei cibi. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Il nostro lavoro non si ferma qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l'etichettatura sia sempre più completa. La valorizzazione della distintività del nostro modello agroalimentare passa anche da qui".